Che delusione. E' presto, me lo posso permettere. Guardate la lettera che Monti ha avuto l'iniziativa di lanciare in vista del Consiglio Europeo del 1° marzo. Intenzione encomiabile, non solo tagli ma anche "crescita" per di più sostenibile.(non mi piace il termine "crescita", ma vabbé) Guardando i compagni di strada uno poteva avere qualche dubbio; ed é vero che, come il Rapporto Monti diceva qualche anno fa, che il completamento del Mercato Interno, se accompagnato da adeguate politiche sociali, energetiche ed di investimento possono aiutare nel percorso di uscita dalla crisi. Ma alla lettura attenta ci rendiamo conto che questa iniziativa non serve all'Europa che vogliamo. Per i nostri governanti, incluso il Prof. Monti - e lo dico con vero dolore perché l'iniziativa viene pare da lui- la ricetta non cambia mai anche quando dimostra di avere fallito: 8 idee vecchie e davvero stantie: mercati aperti a tutti i costi, addirittura rilancio di Doha, liberalizzazioni a tutta randa (con buona pace dei referendum), infrastrutture, "riforma" del mercato del lavoro (anche io lo voglio ma non rendendo i licenziamenti piu facili) solo qualche parolina carina sulle Banche, perfino (stupefacente da un ex commissario) la solfa cara agli inglesi e agli scandinavi dell'imperiosa necessità di ridurre eccesso di regole europee e di saperne i costi per le imprese. Solo un rapido accenno alla "green growth"; sull'energia, si parla solo di completamento del mercato, nulla sulla necessità di scegliere politiche energetiche basate su efficienza e rinnovabili (anche se questa é l'agenda europea in teoria..), due paroline sulle questioni del lavoro, con un accenno ai diritti dei lavoratori che migrano da un paese all'altro, zero sulla necessità di aumentare e riqualificare il bilancio europeo per sostenere politiche di rilancio (normale,come si fa con inglesi, olandesi e svedesi). O di rafforzare il ruolo legislativo della UE non attraverso accordi fra Stati, ma attraverso un vero "governo". Meno di zero sulla questione della democrazia. Nulla su solidarietà, non una parola su eurobonds (d'altronde con quei co-firmatari....) o sulla necessità di "completare" (almeno questo) il fiscal compact con misure legislative e di riforma dei trattati per rispondere alla necessità di inserire, accanto a provvedimenti del tutto inutili come la golden rule qualche nuova disposizione capace di rendere la UE al servizio dell'uscita della crisi e piu coesa. Insomma, invece di avere un'Italia mobilitata per un'Europa più unita e solidale, abbiamo un governo che si unisce alle tesi dei conservatori inglesi e porta su quella strada pure altri che, come la Polonia parevano starsi convincendo che più Europa potesse essere molto utile per contrastare il direttorio Merkozy.....Se l’intenzione era di indebolire « Merkozy » forse si poteva fare su altri contenuti…mah.
Se la "resistenza" a Merkozy passa attraverso una coalizione certo più vasta e "collegiale" ma su politiche assolutamente sbagliate e che non rafforzano la coesione e la solidarietà, allora non se ne vedono i vantaggi. E' piu che evidente, percio' che ci dobbiamo organizzare e mobilitare per creare una "coalizione" di forze politiche su altri contenuti per il rilancio europeo. Magari una lettera di"progressisti" di quegli stessi 12 paesi, magari coinvolgendo anche tedeschi, belgi e francesi?
Ecco la lettera.
Joint letter from Prime Minister David Cameron, Prime Minister Mark Rutte, Prime Minister Mario Monti, Prime Minister Andrus Ansip, Prime Minister Valdis Dombrovskis, Prime Minister Jyrki Katainen, Taoiseach Enda Kenny, Prime Minister Petr Nečas, Prime Minister Iveta Radičová, Prime Minister Mariano Rajoy, Prime Minister Fredrik Reinfeldt, and Prime Minister Donald Tusk