SUCCESSI E PROPOSTE DEI VERDI UE 2009-2014


logo Gi Verdi europee VERDIGREENITALIA-stampa-300x300 2  1.     Promuovere la ripresa economica tramite la giustizia sociale Le principali questioni in gioco. La scorsa legislatura ha visto il nascere della crisi economica che ha colpito le società europee, in particolare nei paesi del Sud Europa. Dal momento in cui la zona euro è entrata in recessione, il tasso di disoccupazione ha raggiunto livelli senza precedenti nella maggior parte degli Stati membri, e il debito pubblico si è moltiplicato quando gli Stati hanno cominciato a salvare le banche dalla bancarotta. Mentre dai numerosi vertici dei capi di Stato e di governo europei si sono ottenuti solo risultati assai miseri, l’impegno della Banca Centrale europea (BCE) per il salvataggio dell’euro ha temporaneamente stabilizzato la crisi del debito sovrano. Tuttavia, molte delle più basilari e democratiche richieste di un’assunzione di responsabilità sono rimaste inascoltate, mentre si moltiplicano le fila degli euroscettici populisti. Cosa abbiamo ottenuto. La velocità e la grandezza della ri-regolamentazione finanziaria è aumentata sin dallo scoppio della crisi. Il gruppo dei Verdi ha contribuito all'adozione di alcune decisioni molto importanti, come ad esempio quelle che hanno portato a fissare un tetto massimo per i bonus dei banchieri (CRDIV) e a creare organismi di supervisione finanziaria. Abbiamo con successo portato i poteri di supervisione bancaria della BCE sotto scrutinio parlamentare. Siamo stati una delle maggiori forze dietro l’adozione del FTT (Financial Transaction Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie). Abbiamo per primi, nel 2009, dato l'idea per una Garanzia europea per i Giovani e abbiamo combattuto, per quanto possibile all'interno del quadro normativo, per i diritti dei lavoratori distaccati. Grazie alla pressione esercitata dal nostro gruppo, le PMI beneficeranno di più fondi dedicati alla ricerca all'interno del programma Orizzonte 2020. Inoltre, abbiamo aiutato ad aprire la strada alla riduzione del co-finanziamento dei fondi regionali per gli Stati membri che sono stati maggiormente colpiti dalla crisi. Cosa non abbiamo potuto realizzare. I capi di governo hanno deliberatamente tenuto il Parlamento europeo lontano dalle decisioni riguardanti i più importanti meccanismi di tutela contro la crisi, come l'ESM. Il Consiglio europeo ha inoltre imposto tagli notevoli al budget europeo (MFF), impedendo in questo modo all'UE di favorire la ripresa economica. La riforma della Politica Agricola Comune (PAC) non è riuscita ad assicurare una distribuzione equa dei sussidi agricoli tra e all'interno degli Stati Membri. All'interno del Parlamento, i conservatori ed i liberali hanno favorito i lobbisti del settore finanziario, impedendo l'adozione di una regolamentazione più severa per le banche (CRDIII & IV), per gli hedge funds (AIFM, UCITIS), e per le agenzie di rating del credito (CRA).  2.     Assicurare il nostro futuro in ambito climatico ed energetico Le principali questioni in gioco. Nel 2009, la COP tenutasi a Copenhagen non è riuscita a dare un seguito al Protocollo di Kyoto, portando la diplomazia internazionale in campo climatico a una situazione di stallo. La catastrofe nucleare di Fukushima nel 2011 ha indebolito la convinzione diffusa nei paesi industrializzati che gli impianti nucleari siano sicuri. Tuttavia, nonostante la comparsa di fenomeni climatici estremi e la diminuzione da record delle calotte polari, il dibattito in campo climatico all'interno dell'UE rimane dominato da modelli vecchi e da interessi dei singoli - al punto che alla fine della legislatura, il sistema ETS (Emmission Trading Scheme) dell'UE è crollato... Cosa abbiamo ottenuto. Il maggiore successo dei Verdi è stato la negoziazione della direttiva sull'efficienza energetica, che definisce gli obiettivi per gli Stati Membri fino al 2020 nell’ambito dell'efficienza energetica. Sebbene la proposta iniziale di aumentare l'efficienza energetica del 20% sia stata indebolita dal Consiglio, la direttiva costituisce comunque un sostanziale passo in avanti. Abbiamo anche combattuto per dedicare l'85% dei fondi per la ricerca in campo energetico del programma quadro Orizzonte 2020 alla ricerca sulle energie rinnovabili. Inoltre, abbiamo assicurato che le infrastrutture europee finanziate dallo strumento TEN-T rispettino gli standard ambientali e gli obiettivi climatici dell'UE e che gli Stati membri abbiano la possibilità di includere i costi ambientali nei sistemi di pedaggio per i camion. Infine, il nostro gruppo rimane la voce critica più forte all'interno del Parlamento contro la fratturazione idraulica per l'estrazione del gas di scisto e contro l'utilizzo dell'energia nucleare, promuovendo controlli più severi. Cosa non abbiamo potuto realizzare. Abbiamo assistito come l'urgenza indicata dalla Stern Review sia stata affievolita quando il Parlamento ha rifiutato di approvare un obiettivo incondizionato del 30% per la riduzione dei gas a effetto serra entro il 2020, senza prendere in considerazione il potenziale risultato nelle negoziazioni climatiche internazionali. L'attuale sistema per lo scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra non funziona in maniera adeguata e ostacola i necessari investimenti a lungo termine. Inoltre, non siamo stati in grado di portare il progetto tedesco Energiewende su scala europea. Nonostante la nostra vigilanza, la Commissione europea ha portato avanti il suo sostegno all'energia nucleare, che minaccia di danneggiare la prospettiva di far diventare la "transizione energetica" una pietra angolare del futuro dell'Europa.  3.     Per un ambiente sano Le principali questioni in gioco. Come dimostrato dai casi delle verdure contaminate dal batterio EHEC o dalla presenza di carne di cavallo nelle lasagne di “manzo”, questa legislatura ha assistito a un'altra serie di scandali alimentari a livello europeo che mettono in questione le pratiche dell'industria agro-alimentare. A causa delle tecniche di pesca distruttive e degli interessi nazionali, la maggior parte delle riserve di pesce nell'UE sono ancora sovra-sfruttate, il che sottolinea l'importanza di riformare la Politica Comune della Pesca (PCP). Cosa abbiamo ottenuto. Alla luce del fatto che il Parlamento e il Consiglio europeo operano per la prima volta in condizioni di parità nelle riforme della PAC e della PCP, il nostro più grande successo rimane il voto sulla PCP. Questo voto ha messo fine al problema del sovra-sfruttamento delle riserve di pesce e ha stabilito la quantità di pesce pescato deve essere proporzionale alla capacità delle riserve di rigenerarsi. Invece di permettere alle flotte nazionali di continuare a pescare secondo le quote storiche, ha fatto si che le quote siano regolate dalle condizioni ambientali. Nella riforma della PAC abbiamo introdotto delle aree di intervento ambientale al fine di diminuire le monocolture e di riservare una percentuale di terreno agricolo per la protezione della biodiversità. I Verdi hanno inoltre guidato l'implementazione del Protocollo di Nagoya sulla biodiversità, inserito clausole severe sui nano materiali nella legislazione sui biocidi e sul cibo e protetto le api da alcuni neonicotinoidi nei pesticidi. Ci siamo battuti strenuamente affinché il Parlamento resista alla pressione dell'industria agricola per avere un più facile accesso al mercato per gli OGM. Infine, con la riforma del Waste electric and electronic equipment (WEEE) abbiamo contribuito a diminuire l'esporto di rifiuti legati alla lavorazione di materie prime verso i paesi non industrializzati.   Cosa non abbiamo realizzato. Le lobby industriali hanno, con successo, impedito la realizzazione di un’etichettatura nutrizionale ‘a semaforo’, e hanno danneggiato la riforma della PAC assicurando un sostegno disproporzionato alle grandi aziende agricole industriali. Hanno fatto rifiutare al Parlamento l’adozione di un limite di 8 ore per il trasporto di animali e sono riusciti ad indebolire le procedure all’interno del WEEE. Le etichette nutrizionali non contengono ancora informazioni se gli animali sono stati nutriti con prodotti geneticamente modificati e la Unitary Patent non fornisce una solida protezione della biodiversità e del diritto degli agricoltori alla coltivazione dei semi. Nonostante la nuova legislazione contro l’importo illegale di legname, legname illegale è ancora importato e lavorato nell’UE, è impossibile fermare questa pratica senza strumenti penali per combatterla. 4 . Lottare per i diritti umani, i diritti sociali , democratici e digitali Le principali questioni in gioco. In nome della sicurezza nazionale, i governi degli Stati membri non esitano a mettere a rischio le libertà fondamentali dell'UE. Hanno reintrodotto temporaneamente i controlli di frontiera come reazione all'afflusso di immigrati dopo la primavera araba nel 2011 e i documenti sui servizi segreti che intercettavano le telecomunicazioni, pubblicati dalla talpa Edward Snowden, hanno rivelato la più grande e sistematica violazione della privacy in Europa degli ultimi decenni. I diritti umani fondamentali sono stati messi in discussione, con la crisi economica che ha peggiorato la situazione degli immigrati irregolari, oppure come nel caso del governo di destra in Ungheria, riforme hanno minacciato lo Stato di diritto. La fragilità della democrazia europea si è ritrovata esposta quando due giornalisti del Sunday Times si sono presentati come lobbisti e hanno offerto con successo denaro a dei deputati in cambio di emendamenti. Cosa abbiamo ottenuto. Con un aiuto senza precedenti da parte della società civile, abbiamo riportato un grande successo quando ci siamo mobilitati contro l'accordo commerciale anticontraffazione (ACTA), che avrebbe danneggiato la libertà di Internet e il diritto alla privacy. Inoltre, siamo riusciti ad opporre resistenza all'accordo SWIFT, che disciplina il trasferimento dei dati finanziari alle agenzie statunitensi, e all'accordo PNR, che trasferisce i dati dei passeggeri. Criticando la riforma giuridica in Ungheria, abbiamo richiamato l'attenzione sulla necessità di rispettare i valori fondamentali dell'Unione europea, chiedendo un 'programma di allarme' monitorato dalle istituzioni dell'UE in caso di violazioni dei diritti fondamentali. Anche se non siamo riusciti  ad istituire un regime di asilo, a pieno titolo, dell'Unione europea, abbiamo migliorato la situazione dei rifugiati, rendendo diverse forme di discriminazione motivi per la concessione dell'asilo e stabilendo un comitato di controllo dei diritti umani con rappresentanti delle organizzazioni non governative nell'agenzia per il controllo delle frontiere FRONTEX. I nostri sforzi sul diritto di iniziativa dei cittadini europei hanno contribuito a ridurre il deficit democratico dell'UE e dimostrato la sua potenza nell'iniziativa contro la privatizzazione dell'acqua. In seno alla commissione per le petizioni, abbiamo fatto da tramite a diverse lotte dei cittadini contro la legge costiera spagnola, i rifiuti chimici a Huelva, in Spagna, e contro l'inquinamento dalla fabbrica di acciaio di Taranto ILVA, in Italia. Abbiamo anche dato forte impulso alle questioni relative alla parità di retribuzione e alla rappresentanza delle donne nei consigli di amministrazione. Sulla scia degli incidenti Sunday Times e Dalligate, i Verdi hanno strappato dei compromessi agli altri gruppi in materia di codice di condotta dei deputati, rendendo le regole di trasparenza finanziaria vincolanti e fra le più severe al mondo - anche se il codice non prevede ancora nessuno strumento penale contro la corruzione. Cosa non abbiamo potuto realizzare. Abbiamo visto il Parlamento europeo adottare una seconda versione di SWIFT con miglioramenti solo superficiali a tutela della privacy. Le lobby dell'industria hanno ostacolato l'adozione di un accordo ambizioso sulla protezione dei dati personali, che ora è bloccato al Consiglio, così come lo è la nostra proposta di regole migliori in materia di congedo parentale. Nonostante i nostri sforzi in favore di una tabella di marcia per i diritti LGBT, non vi è stato alcun progresso nella legislazione. E per quanto riguarda gli immigrati irregolari negli Stati membri del Sud Europa la situazione rimane disastrosa. 5 . Per la solidarietà e la sicurezza globale Le principali questioni in gioco. Negli ultimi cinque anni, il maggior cambiamento geopolitico per l'UE si è verificato con la Primavera araba. Oggi, dalla Tunisia all'Egitto, la situazione rimane incerta e si è addirittura trasformata in guerra civile in Siria. L'affermazione di nuove potenze come il Brasile o la Cina e la corsa globale per accaparrarsi le risorse naturali hanno portato in stallo i negoziati dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, portando l'UE a concludere vari e discutibili accordi commerciali di libero scambio, uno con gli Stati Uniti (TTIP) - il più onnicomprensivo – lanciato di recente. Nel frattempo, sul fronte dello sviluppo, lo slancio degli obiettivi di sviluppo del millennio si è ridotto un anno prima del traguardo del 2015. Cosa abbiamo ottenuto. I Verdi si sono impegnati a plasmare il servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) di recente costituzione e lo strumento per la stabilità (IFS) e hanno lottato per l'istituzione di un Rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani. Siamo stati la forza trainante dietro la posizione dell'UE contro le bombe a grappolo, chiedendo il loro pieno divieto. Abbiamo messo la coerenza delle politiche per lo sviluppo nell'agenda dell'Unione europea. Le nostre proteste contro i paradisi fiscali off-shore sono state avallate in politiche di sviluppo, prima che il Commissario Šemeta le raccogliesse. Dopo la primavera araba, abbiamo negoziato miglioramenti nella Strategia macroregionale dell'UE nel mediterraneo. Cosa non abbiamo potuto realizzare. Non siamo riusciti a introdurre controlli preliminari per le esportazioni dei beni di duplice uso, come le tecnologie delle telecomunicazioni o i prodotti chimici, soprattutto a causa di un improvviso cambiamento d'avviso della delegazione ALDE tedesca. Il gruppo S&D e PPE hanno dato vita a un passaggio riformato per lo schema generalizzato di preferenza, che indebolisce ancora di più le economie in via di sviluppo. Nella riforma della Politica agricola comune ci hanno messo in minoranza sulla fine dei sussidi alle esportazioni, che mettono la sicurezza alimentare globale a rischio. La nostra richiesta di un ampio sostegno economico per stabilizzare il processo di democratizzazione dopo la primavera araba non ha incontrato il sostegno adeguato. 6 . Celebrare la diversità culturale Le principali questioni in gioco. La diversità culturale si trova sotto la pressione di una cultura uniforme globalizzata e le sfide di un'Europa politicamente integrata. Ma, nel momento in cui la crisi economica ha messo a dura prova i programmi culturali ed educativi in tutta Europa, ha anche evidenziato gli aspetti economici della cultura, soprattutto quando il dibattito su ACTA ha portato alla ribalta questioni legate al diritto d'autore. Cosa abbiamo ottenuto. I Verdi hanno usato la revisione dei programmi di scambio e di mobilità dell'UE, come l'ERASMUS, per promuovere maggiori opportunità di istruzione per tutti. Abbiamo fatto sì che il dibattito sul diritto d'autore e sulla pirateria rimanga aperto, bilanciando varie posizioni e interessi nel processo creativo. Abbiamo fortemente influenzato la progettazione dell'archivio europeo online Europeana. Il nostro tradizionale impegno in tema di diversità culturale è riflesso nelle iniziative dei deputati provenienti dai partiti regionali, come per esempio quando abbiamo richiamato l'attenzione sul valore e sulle minacce cui è sottoposta la diversità linguistica nell'UE. Cosa non abbiamo potuto realizzare. Nei programmi di scambio e di mobilità non siamo riusciti a bloccare il prestito europeo di garanzia per gli studenti dei corsi di laurea specialistica, che può aumentare il rischio di indebitamento dei giovani. In diverse questioni legate al diritto di autore le pressioni dell'industria hanno impedito al nostro approccio aperto di avere la meglio.