CLIMA E TRANSIZIONE ENERGETICA, ERRORE DI UNA COMMISSIONE A FINE MANDATO
Oggi, mercoledì 22, la Commissione Europea ha presentato la proposta per gli Obiettivi 2030: il cuore delle politiche europee per energia e clima post-2020. La proposta, inadeguata a far fronte alle sfide nella lotta al cambiamento climatico, prevede un obiettivo al 40% per la riduzione di CO2, un obiettivo europeo del 27% ma non vincolante a livello nazionale per le rinnovabili e nessun obiettivo per l’efficienza energetica.
“Con oggi la Commissione Ue rinuncia ad un ruolo di guida nella lotta ai cambiamenti climatici e lascia la politica energetica europea ostaggio delle pressioni del settore dell’energia più conservatore. - dichiara Monica Frassoni, Copresidente del Partito Verde Europeo – L’obiettivo al 40% di riduzione delle emissioni di CO2 non presuppone alcuno sforzo particolare, dato che, complice la crisi, già oggi si prevede che al 2020 saremo già a -27%. Noi sappiamo, però, che per mantenere l’aumento della temperatura entro i 2 gradi, come l’Ue si è impegnata a fare, dobbiamo ridurre le emissioni del’80/90% entro il 2050 e del 55% entro il 2030. La Commissione ha vergognosamente abbandonato il suo ruolo di guida e avanguardia per un’agenda ambiziosa sul clima: un pessimo segnale in vista della COP di Parigi nel 2015.
Per Barroso le energie rinnovabili non sono più una scelta strategica da incentivare e spingere, come appare chiaro dalle sue dichiarazioni secondo le quali le RES “non sono un obiettivo in sé”: questo chiarisce da quale parte stia la Commissione e che le fonti fossili avranno vita facile.
Le decisioni della Commissione Ue sono basate su analisi false e contrarie ai fatti. L’opzione più salutare per la competitività dell’industria europea é puntare su RES ed efficienza per ridurre, così, la dipendenza dai fossili. La verità è che i costi dell’energia dipendono dall’aumento dei prezzi dei carburanti fossili e, solo in piccola parte, dagli incentivi alle rinnovabili.Esattamente come per la politica dell’austerità, la Troika della energia fossile Barroso-Ottinger-Tajani, con il valido aiuto delle lobby milionarie di Businesseurope, basano le loro proposte su analisi fuorvianti. La partita, però, é solo all’inizio e le elezioni europee, come la battaglia per la nomina del presidente della Commissione Ue, saranno cruciali se si vuole cambiare rotta e permettere all’Ue di riprendere il suo ruolo guida nella lotta al cambiamento climatico, permettendo all’industria sostenibile di dare un contributo determinante alla competitività, all’occupazione e all’economia europee.