“SBLOCCA ITALIA” CON MOLTO ASFALTO E POCO FERRO PER PENDOLARI. VISIONE DA ITALIA ANNI '60


718625496_17a011ddbd_mTRASPORTI: “SBLOCCA ITALIA” CON MOLTO ASFALTO E POCO FERRO PER PENDOLARI. VISIONE DA ITALIA ANNI '60, CON TANTI SOLDI PUBBLICI E PROJECT FINANCING FASULLO

AUTOSTRADE TIRRENICA E ORTE-MESTRE SIMBOLI DELLO SPRECO

“Di cura del ferro per le città con treni, tram e metropolitane che mancano per i pendolari, che e' il vero problema e deficit italiano rispetto al resto d'Europa, poco e niente. In compenso tanto nuovo asfalto, molto spesso inutile e costoso, finanziato con soldi pubblici e project financing fasullo: le priorità infrastrutturali che dovrebbero entrare nello ‘sblocca Italia’ per rilanciare, nelle intenzioni del Governo, i cantieri e l’economia del Paese sono un lungo elenco di autostrade, dalla Orte-Mestre alla Tirrenica, e strade per oltre 1400 km, in un'ottica da Italia anni '60, che sconcerta per l'assenza delle opere incompiute e realmente indispensabili a modernizzare e rilanciare il Paese – dalla chiusura dell’anello ferroviario di Roma alle metropolitane di Torino, Catania, dello Stretto, dal secondo binario sulle linee Genova-Ventimiglia, Pontremolese, ai tram di Bergamo, Milano, Firenze”.

Così Monica Frassoni e Anna Donati, esponenti di Green Italia commentano le anticipazioni riguardo i contenuti del decreto 'sblocca Italia' programmato per il Consiglio dei Ministri di venerdì 29 agosto.

“Quella che sarebbe la nuova autostrada tirrenica e dovrebbe sostituire l'Aurelia – continuano le esponenti ecologiste - è l'esempio più lampante di connubio di spreco di risorse pubbliche e sostanziale inutilità: è previsto un esborso di 270milioni di euro, per una strada a pedaggio che non prevede nei flussi di traffico la possibilità di rientro economico e che la concessionaria SAT si era impegnata a realizzare con 2 miliardi di euro. Si ripete il copione già visto con le autostrade lombarde, dove privati promettono di fare l'opera in project financing e invece puntualmente chiedono il supporto statale, mantenendo però le 'royalties' di sfruttamento della strada. Adeguare l’Aurelia cominciando con i tratti più pericolosi ad alta incidentalità a due corsie per consentire la realizzazione di un Corridoio stradale tirrenico con il minor impatto ambientale, senza pedaggio, sarebbe la soluzione più rapida e conveniente”.

“Le misure annunciate da Renzi – aggiungono Donati e Frassoni - rischiano di essere la brutta copia della fallimentare legge obiettivo di Berlusconi e Lunardi del 2001. Il premier dovrebbe cambiare modello, perchè il traffico su gomma porta costi ed inneficienze, mentre occorre puntare sul trasporto delle merci e delle persone su ferro su larga scala. La situazione che ogni giorno sono costretti a sopportare ad esempio i 100mila utenti della Circumvesuviana, e i pendolari che affluiscono a Roma e Milano su linee ferroviarie che viaggiano per lunghi tratti su un unico binario è lontanissima dagli standard europei".

"Destinare poi due miliardi di euro a Fiumicino e Malpensa per il collegamento tramite alta velocità, che interessa oggi in tutta Italia 70mila utenti giornalieri, e non investire per migliorare il trasporto pendolare è un'offesa ai milioni di cittadini che ogni giorno subiscono ritardi ed inneficienze” - concludono Donati e Frassoni.

Roma 27 agosto 2014

DANIELE SIVORI 3496643912