RIPARTIRE SUBITO: L’ITALIA HA BISOGNO DI UNA GRANDE FORZA ECOLOGISTA
Il “Comitato dei 100” di “Green Italia”
- valuta positivamente l’esperienza della lista “Green Italia Verdi Europei”. Il risultato ottenuto resta lontano dai nostri obiettivi, ma dopo anni di assenza degli ecologisti dalle competizioni elettorali italiane, sia nazionali che europee, la nostra lista ha segnato un’importante inversione di tendenza e un’utile punto di partenza, tanto più interessante visto lo spazio molto limitato assegnato ai candidati di “Green Italia Verdi Europei” dai grandi media informativi e vista l’assoluta scarsità delle risorse economiche a disposizione per la campagna elettorale (poco più di 30 mila euro). Inoltre, va sottolineato che se la Corte Costituzionale, come possibile, dichiarerà illegittimo lo sbarramento del 4% fissato nella legge elettorale italiana per le europee, potrebbe tornare in discussione la stessa distribuzione dei 73 seggi italiani nel Parlamento Europeo e in questo caso potremo fare valere il nostro diritto ad un eletto.
- Dopo le elezioni europee, occorre adesso ripartire con ancora più slancio per dare vita ad un soggetto politico ecologista collegato ai Verdi Europei: un soggetto che per essere credibile e convincente, convincente in primo luogo per gli elettori italiani, non può nascere solo da “Green Italia” e dalla “Federazione dei Verdi” ma deve vedere protagonisti i tanti – persone, gruppi, esperienze civiche – che in questi mesi e durante la campagna elettorale hanno mostrato di condividere il nostro stesso impegno. L’Italia ha bisogno di una forza “green” insediata nelle città e nei territori, fortemente rinnovata nei volti e nei linguaggi: una forza che con radicalità e cultura di governo sappia collegare le nostre ragioni di ecologisti ai bisogni sociali dei moltissimi per i quali la qualità ambientale è una componente essenziale del benessere, all’interesse economico delle imprese impegnate nella “green economy” e oggi di fatto prive di rappresentanza, alla costruzione di un “green new deal” italiano che fermi la dissipazione di ambiente, paesaggio, territorio e fondi un nuovo modello sociale ed economico su un welfare più equo e più inclusivo e sulla valorizzazione della “grande bellezza” dell'Italia.
Le elezioni del 25 maggio, se hanno dato in Italia un consenso larghissimo al Partito Democratico premiando in modo vistoso il rinnovamento generazionale impersonato dalla leadership di Matteo Renzi, non hanno però affatto azzerato lo spazio per un’autonoma presenza ecologista nella politica italiana: lo testimoniano i 250 mila “coraggiosi” che malgrado gli appelli quasi ossessivi al “voto utile” hanno scelto sulla scheda il girasole della lista “Green Italia Verdi Europei”, lo conferma la lontananza dalle ragioni dell’ecologia e della sostenibilità di buona parte degli eletti italiani. Questa stessa necessità è dimostrata con ancora maggiore evidenza dal profilo conservatore e “anti-ecologico” che segna in molti campi – dall’energia alle infrastrutture, dal lavoro ai diritti civili – le politiche degli ultimi governi, Renzi compreso, incapaci di collegare le strategie contro la crisi a una vera prospettiva di “green new deal”. Il bisogno in Italia di un forte soggetto politico ecologista è poi reso tanto più urgente dall’emergere di fenomeni di malcostume e malaffare politico sempre più vistosi e ramificati, fino agli scandali recentissimi su Expo 2015 di Milano e Mose di Venezia. Da decenni gli ecologisti italiani denunciano il meccanismo perverso delle “grandi opere” decise non perché ritenute utili nell’interesse generale ma in quanto funzionali ad alimentare il circolo vizioso della corruzione, e spesso devastanti per l’ambiente: oggi una presenza rilevante delle ragioni “green” nella politica italiana s’impone, anche, come un’occasione provvidenziale di legalità.
Nelle elezioni del 25 maggio i Verdi in Europa hanno sostanzialmente confermato la loro forza: nel nuovo Parlamento essi rimangono l’unico Gruppo caratterizzato al tempo stesso da una decisa e radicata vocazione europeista, democratica, innovatrice, emersa con chiarezza anche nel dibattito di questi giorni su un eventuale dialogo con i Cinquestelle – collaborare con i Verdi o allearsi con partiti xenofobi e nazionalisti non sono alternative intercambiabili… – e da una visione fortemente critica verso le politiche europee seguite dalle larghe intese tra popolari e socialisti. “Green Italia” si riconosce pienamente in questo duplice orientamento e si sente impegnata ad affermare anche in Italia la forza e la concretezza della sfida per un’Europa federale, democratica, solidale, ecologica.
Sulla base di queste valutazioni, il “Comitato dei 100” di “Green Italia” affida ai portavoce e ai coordinatori il mandato a definire nelle prossime settimane e comunque entro il mese di luglio, insieme ai rappresentanti della “Federazione dei Verdi” e ad altri interlocutori interessati al nostro progetto, modi e tempi per giungere entro la fine del 2014 alla nascita formale, legittimata da una consultazione ampia rivolta a tutti i cittadini, del soggetto politico “Green Italia Verdi Europei”.