Mi sbaglierò, ma questo 8 marzo mi sembra percorso da una consapevolezza e un clima diversi dal solito rispetto alle cose da fare e soprattutto da ottenere per le donne,le ragazze e le bambine in Italia. Sarà un momento che segnerà un « cambio di passo » anche per le donne? Solo se le donne si daranno una mossa.
D’altronde, numeri e fatti su violenze, discriminazioni, disparità di opportunità e condizioni, minorità persistente nei luoghi del potere, impatto devastante della pandemia sul lavoro e qualità di vita delle donne sono talmente gravi da dovere per forza diventare un elemento centrale di dibattito pubblico, di mobilitazione e una priorità assoluta nell’azione del governo. Ovviamente non ci siamo ancora e anche la disputa sulle parole lo dimostra: non è certo un caso che Salvini, Meloni e Pillon, si siano buttati a pesce nella polemica su Direttrice/direttore innescato dalla bella e brava Beatrice Venezi a Sanremo; non siamo di fronte solo ad un problema di arretratezza culturale ma di vera battaglia di potere: perché c’è un legame fra la sottovalutazione del ruolo e valore delle donne anche nelle parole e una visione retrograda di una società reazionaria e chiusa, al di la della realtà di singole personalità femminili magari più influenti in quei partiti che nella sinistra.
Ma questa realtà dimostra anche inconsapevolezza fra molte donne, che magari avendocela fatta, resistono all’idea di essere considerate parte di un genere che pur essendo maggioritario ha ancora bisogno di protezione e valorizzazione nelle leggi, nelle risorse, negli spazi di potere e appunto nelle parola.
Le cose da fare sono chiare. La campagne Half Of it-donne per la Salvezza e il suo Manifesto ne fanno una lista subito perfettamente possibili alle quali vi rimando. (https://www.halfofit.it/): non solo nidi, già di per se importanti, ma la parità in tutti gli organi di potere, un vero welfare diretto specificamente alle donne, una seria e trasparente valutazione sull’impatto di genere per tutti gli interventi inclusi quelli nel Recovery plan, in linea con le priorità europee e nazionali, e come promette proprio oggi il Parlamento, e una nuova mobilitazione femminile, ma anche risolutamente femminista che deve coinvolgere anche gli uomini con l’obiettivo chiarissimo di dare agli uomini la metà della famiglia e alle donne la metà del mondo.
Ciò detto buon 8 marzo a tutte: è una festa con tutti i suoi limiti e contraddizioni e come tale va presa in questi tempi poco gai.