Monti con il Decreto Sviluppo viola le leggi europee in materia di concorrenza


Con il Decreto Sviluppo il governo di Mario Monti ha fatto un grande regalo alla lobby delle concessionarie autostradali, introducendo delle agevolazioni fiscali che di fatto si traducono nei soliti aiutini di Stato. Per questa ragione oggi, 22 gennaio, ho incontrato insieme all'eurodeputato dei Verdi Raul Romeva  il successore di Mario Monti, il Commissario Europeo per la Concorrenza Joaquín Almunia Amann, su sollecitazione di diversi comitati e in collaborazione con il Coordinamento dei Comitati contro le autostrade Cr-Mn e Ti-Bre e il Comitato per la tutela del territorio di Trecasali.
Con il Decreto Sviluppo il governo Monti ha fatto un grande regalo alla lobby delle concessionarie autostradali[tweetbutton]
L’on. Romeva ha anche presentato un’interrogazione parlamentare. Il Commissario Almunia ha ricevuto subito la delegazione, vista l’importanza del tema sottoposto alla sua attenzione, rilevando che la Commissione non era stata informata dei provvedimenti adottati dal governo italiano e annunciando che il caso sarà attentamente esaminato anche per valutare le linee guida di azione comunitaria da seguire in analoghe situazioni. Verrà anche verificato l’effettivo livello di partecipazione finanziaria degli imprenditori che ottengono le agevolazioni fiscali dallo Stato. Il professor Monti, se da un lato si presenta come un garante della libera concorrenza, dall’altro ha fatto un regalo alla lobby dei costruttori di autostrade introducendo degli appositi incentivi fiscali a vecchi e nuovi progetti che in teoria dovevano essere finanziati dai privati. Sono stati messi a disposizione, in barba alle regole europee, degli strumenti di sostegno statale, in primis: il credito d’imposta, a valere su Ires e Irap, per interventi d’importo superiore a 500 milioni ed entro il limite del 50% del costo dell’investimento. Si applicherà alle “nuove” opere la cui progettazione definitiva sarà approvata entro il 31 dicembre 2015, ma anche a infrastrutture già affidate o in corso di affidamento, con contratti di partenariato pubblico-privato. L’intervento di defiscalizzazione sarà ammesso nei casi in cui occorrerà “ripristinare l’equilibrio economico finanziario” e a decidere sarà il Cipe. Spetterà, infatti, al Cipe accertare la non sostenibilità del piano economico finanziario e la entità del credito di imposta entro il limite del 50%. Insomma, più un’infrastruttura è insostenibile, più potrà vedersi ripianare i conti dallo Stato. Sarebbe questo il riformismo innovatore da contrapporre al conservatorismo del fronte progressista? Siamo di fronte ad agevolazioni e facilitazioni per le nuove tratte e, ancora più grave, agevolazioni e facilitazioni per quelle già partite come la BRE-BE-MI, la TEM e la Pedemontana lombarda, opere che vedono anche un ruolo importante della Banca Intesa San Paolo, da cui provengono il ministro Corrado Passera e il sottosegretario Mario Ciaccia. Il governo è andato in soccorso delle concessionarie autostradali, a fronte di progetti spesso inutili, costosi e devastanti per il territorio. È il caso delle autostrade della “Bassa” lombarda che, come denunciano da tempo gli ambientalisti, sono un grande bluff: non si giustificano in termini di reale domanda di traffico e sono destinate a diventare una voragine finanziaria. Perfino Stradivaria, la società incaricata di costruire l’autostrada Cremona-Mantova, ha ammesso che su quella direttrice i flussi di traffico non sono tali da giustificare un investimento di tipo autostradale.

Eppure, per il raccordo autostradale Tirreno-Brennero si parla di un finanziamento di 1,8 miliardi di euro, anche se quest’opera, da accordi con la Commissione Europea, non potrebbe ricevere alcun contributo da parte della UE.

Una ragione in più per non compromettere un territorio agricolo pregiato e risparmiare risorse finanziarie, che invece potrebbero essere spese per creare più servizi per imprese e cittadini o per realizzare soltanto quelle infrastrutture a basso impatto ambientale che servono veramente a rilanciare il sistema dei trasporti.

Il governo Monti al contrario ha scelto di rilanciare la lobby delle concessionarie autostradali, addirittura prevedendo agevolazioni fiscali e interventi pubblici per piani economicamente non sostenibili. Scarica il comunicato stampa qui.