Una Grecia in crisi economica ed umanitaria non è un fardello per l'Europa, ma un'opportunità di porre fine a politiche insostenibili di sola-austerità. Come tale deve, quindi, essere riconosciuta da istituzioni e governi Ue, perché, anche questa volta, assieme al futuro ellenico è in gioco il futuro di tutto il continente. È per questo motivo che noi Verdi, abbiamo sottoscritto l'appello "Grecia: una nuova opportunità per l'Europa" lanciato per iniziativa, tra gli altri, dai deputati Verdi Ernest Urtasun e Ska Keller e sottoscritto finora, oltre che da più di 60 eurodeputati di vari gruppi politici, anche da Green Italia Verdi Europei. Per il medesimo motivo aderiremo anche alla manifestazione in programma domani, sabato 14 febbraio, "Cambia la Grecia, Cambia l'Europa" per il superamento delle politiche europee di austerità.
Nel nostro appello chiediamo a governi e istituzioni Ue di avviare negoziati costruttivi con il governo greco. D'altronde i sei mesi chiesti da Tsipras e dal ministro Varoufakis sembrano briciole a confronto dei sei anni di politiche catastrofiche imposte dalla Troika, che hanno portato solo a maggiore debito pubblico, più povertà, azzerando le possibilità di crescita per la Grecia.
La Grecia, un paese che da anni subisce politiche sconsiderate, oggi chiede all'Ue di concederle tempo: pochi mesi per lavorare ad un piano alternativo e migliore, che allunghi le scadenze dei prestiti e ne abbassi gli interessi. È chiaro che ci sono riforme da fare, ma non saranno quelle di sola austerità volute dalla Troika: si cominci, per esempio, dal ridurre il tasso di corruzione e di evasione fiscale, persino più alto che in Italia. Quella che vediamo oggi in Grecia è una vera e propria crisi umanitaria e per porvi riparo il paese ha bisogno di dare respiro alle proprie finanze pubbliche, per poter ridurre l'eccedenza primaria e ristrutturare il proprio debito. Per questo motivo i firmatari dell'appello chiedono ai governi e alle istituzioni UE di raggiungere un rapido accordo con il governo greco, che consenta di far fronte alle esigenze finanziarie più urgenti. Questa iniziativa, in quanto proveniente da diversi gruppi politici, indica una volontà diffusa all'interno del PE di poter giocare un ruolo attivo e positivo nel dibattito che si è creato sul futuro della Grecia e, con essa, dell'Ue.
Per non strangolare la Grecia e dimostrare che i concetti di coesione e solidarietà hanno ancora un senso, bisogna compiere tre passi assieme fondamentali:
1. Allungare i tempi del rientro e alleggerire nel breve periodo l'onere del debito. Bisogna ricordare con insistenza che ad oggi chi ha comprato debito greco ci ha già guadagnato molto grazie ai tassi d'interesse. Non sarà una tragedia se da oggi i guadagni saranno un po' minori e più diluiti nel tempo.
2. Accompagnare le misure sul debito con un piano d'investimenti europei serio e di dimensioni più solide del Piano Juncker: che sia fortemente orientato a settori di avvenire per un paese come la Grecia, ricchissimo di cultura, ma anche propizio a uno sviluppo massiccio della Green economy, in particolare in materia di energia.
3. Superare la Troika e riportare l'elaborazione ed il controllo del futuro piano in mano ad istituzioni politiche e democraticamente responsabili di fronte ai cittadini europei, in particolare Commissione e Parlamento Ue, oltre che al governo greco. È poi inaccettabile che alcuni governi si arroghino il diritto di decidere per tutti e deve essere superato il ruolo del Fmi.
Salvare la Grecia e mantenerla ancorata all'Ue significa anche cambiare l'Europa e darle un ruolo positivo e legittimo di fronte ai suoi cittadini.
Dal mio blog su Huffington Post www.huffingtonpost.it