Miguel Portas era un deputato europeo portoghese. Uno dei fondatori del Bloco De Izquierda, un partito per un periodo davvero interessante e innovativo nella sinistra di quel paese, fino al recente ritorno ad una ortodossia “comunista” che ne ha ridotto di molto il consenso nel Portogallo attanagliato dalla crisi.
E’ morto due giorni fa, dopo una battaglia durissima con un tumore.
Non ci frequentavamo assiduamente, ma eravamo sicuramente amici. Mi piaceva la sua tranquilla saggezza, il suo sorriso semplice e gentile, e la sua reale competenza e capacità di proposta e analisi, il suo convinto europeismo, cosi raro nella sinistra-sinistra europea, specialmente nel Sud dell’UE, Italia a parte. Mi è dispiaciuto molto non essere riuscita a convincerlo, nonostante anni di tentativi e di “lusinghe” ad unirsi ai Verdi europei. Mi pareva totalmente fuori luogo tra i comunisti duri e puri del suo gruppo, specialmente dopo l’uscita degli italiani; e sarebbe stato un alleato prezioso nella costruzione di un ecologismo “progressista” mediterraneo; poi ho capito che, nonostante fosse cosciente dell’inadeguatezza anche ideologica della sua parte politica, era troppo legato a loro anche “sentimentalmente” e che la sua battaglia era operare per un’evoluzione dal di dentro, piuttosto che attraverso la rottura con essa.
Il tempo sempre troppo scarso e le nostre diverse agende di lavoro ci hanno portato a condividere meno di quello che avremmo voluto. L’ultima volta che ci siamo visti un po’ con calma è stato sul balcone di casa mia, al sole tiepido di Bruxelles, un pranzo pieno di parole sagge e un po’ tristi, non tanto e non solo per la malattia, ma per il difficile periodo che stavano vivendo il suo partito e il suo paese.
La morte di Miguel è una vera perdita per i progressisti europei e per tutti noi, che ne apprezzavamo, oltre che il talento politico, anche l’umanità e la grande simpatia.