Partito Verde Europeo, Lione (Francia) - 23° Congresso 13/15 novembre 2015
Nel 2015 i conflitti armati in Medio Oriente, in particolare in Siria e in Iraq, ma anche in Libia, Afghanistan e Somalia, la difficile situazione in Eritrea e la mancanza di prospettive concrete di soluzione, nel breve o addirittura nel medio termine, hanno comportato un aumento del numero dei rifugiati verso l'Unione europea (UE). I governi degli Stati membri hanno reagito a tale situazione in modi divergenti e spesso controversi. Tutto questo ha portato alla luce le divisioni profonde e l'insufficiente volontà dei governi degli Stati membri dell'UE di lavorare insieme per affrontare le complesse realtà dei rifugiati e dei migranti.
Noi denunciamo il populismo dilagante delle argomentazioni contro i rifugiati e i migranti e la sempre maggiore presa che esse esercitano sulle forze politiche dominanti; d’altro lato, siamo convinti del fatto che il numero crescente dei rifugiati rappresenti un’autentica sfida, ma che l’UE sia in grado di affrontarla in modo umano e adeguato, se verranno attuate le giuste politiche e se sia l'Unione che i governi nazionali troveranno le risorse necessarie. Un fallimento in questo senso condurrebbe a ulteriori divisioni e tensioni all'interno delle nostre società e contribuirebbe alla creazione di nuove frontiere fisiche ed emotive tra i nostri paesi e al loro stesso interno.
Numerosi governi, sfortunatamente, non riconoscono questo rischio e continuano ad aggrapparsi all'illusione di poter arginare un tale fenomeno con la repressione, la complessità delle procedure, le recinzioni e persino con alcune palesi violazioni dei diritti umani. La miopia di tale approccio ha condotto, nel corso degli anni, a stabilire priorità sbagliate e ad accantonare risorse insufficienti per le azioni positive. Oggi tutto questo non solo riempie le tasche di trafficanti e organizzazioni criminali, ma, in modo ben più tragico, costa la vita a migliaia di persone innocenti. Sta inoltre trasformando l’obbligo legale alla protezione delle persone in pericolo in una scelta condizionata lasciata alle buone intenzioni dei governi, e sta offrendo un'enorme visibilità politica e mediatica a forze e raggruppamenti con tendenze xenofobe e di estrema destra che tentano di cavalcare le paure della gente e di alimentarle. La limitazione di Schengen e l'esternalizzazione della gestione dei rifugiati alle frontiere dell'UE non sono risposte accettabili e conducono inoltre a una generalizzata chiusura nei confronti dell’immigrazione e della concessione della residenza a cittadini di paesi terzi che non fuggono da guerre o persecuzioni, trascurando l’impatto economico e sociale positivo che essi hanno in molti paesi dell'Unione.
Noi vogliamo esprimere, ancora una volta, la nostra ferma condanna di qualsiasi violazione dei diritti umani perpetrata contro coloro che cercano rifugio, in particolare gli atti di violenza, le coercizioni ingiustificate e le detenzioni arbitrarie che stanno diventando sempre più spesso di routine in molti paesi europei. Questa è una situazione che, come europei, non possiamo e non dobbiamo tollerare.
In contrasto con le risposte inefficienti, inadeguate e spesso sbagliate degli Stati membri dell'UE, ci rincuora l'impressionante solidarietà dimostrata dai cittadini e dalle organizzazioni della società civile, evidente in molte parti d'Europa, all'interno e all'esterno dell'UE. Siamo commossi dal modo in cui molti cittadini, autorità locali e regionali, ad esempio in Germania, hanno accettato la sfida e hanno accolto i rifugiati, invece di chiudere le porte davanti a loro. Elogiamo coloro che continuano a offrire il loro tempo e il loro impegno per superare la mancanza di mezzi e di volontà della maggior parte dei governi UE, ma siamo consapevoli del fatto che tutto ciò non è sufficiente. Siamo convinti che l'Europa possa affrontare queste sfide e trovare soluzioni adeguate, ma è necessario un profondo e tempestivo cambio di atteggiamenti, politiche e priorità nel modo in cui l'UE e i suoi Stati membri gestiscono la migrazione e la protezione dei rifugiati. Per dirlo in una sola frase: dobbiamo combinare la solidarietà con le azioni concrete, pienamente consapevoli delle dimensioni di questa sfida per le nostre società.
Il Partito Verde Europeo, riaffermando quanto contenuto nella risoluzione del Congresso di Zagabria su questo tema: