L'Italia è per la UE un Paese che non sa affrontare la povertà


povertàRegole certe. No ai tagli indiscriminati. Priorità a Sanità, Istruzione, investimenti verdi, lotta alla povertà. “UE: l’accordo sulle nuove regole per l’azione europea sui bilanci nazionali un segnale che va nella direzione giusta: ma l’Italia è per la UE un Paese che non sa affrontare la povertà”

Da un documento presentato dal commissario europeo per l’Occupazione e gli Affari sociali Laszlo Andor, emerge che l’Italia è nella zona euro fra i Paesi meno capaci di ridurre la povertà, tanto che il numero delle persone a rischio di povertà o esclusione sociale è aumentato dai 15,099 milioni del 2008 ai 17,112 milioni del 2011 (il 28,2 della popolazione, rispetto a una media Ue del 24,2%). È questa un’altra ragione per cambiare decisamente passo in Italia e in Europa.

In questo senso, l’accordo raggiunto due giorni fa tra Parlamento Europeo e Consiglio sul cosiddetto “Two-Pack”, il pacchetto di proposte legislative per rafforzare il controllo da parte degli organismi comunitari sulle politiche di bilancio dei singoli Paesi membri e il coordinamento delle politiche economiche, va nella direzione giusta. «In Europa è stato fatto un passo avanti per una migliore governance economica della zona euro e a favore di una risposta più coerente alla crisi tutelando in particolare i settori dell’Educazione e della Sanità. Un percorso questo che sarà particolarmente sostenuto da SEL nel governo italiano, se le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio decreteranno la vittoria della coalizione di centrosinistra». È quanto afferma Monica Frassoni,  capolista in Lombardia per il Senato per SEL. Frassoni pone l’accento sulle disposizioni di legge incluse nell’accordo che garantiscono un migliore controllo democratico dei Paesi che ricevono assistenza finanziaria, con l’obbligo di consultare la società civile e le parti sociali per lo sviluppo di riforme. L’accordo prevede in particolare di proteggere dai tagli per risanare i bilanci la spesa per la Sanità e l’Istruzione, settori essenziali per uscire dal tunnel in cui l’UE si è cacciata negli ultimi cinque anni. Il PE non è riuscito ad ottenere di avere subito degli strumenti concreti per la mutualizzazione del debito, cioè la possibilità di una sorta di garanzia comune per i Paesi con debito eccessivo ed esposti ai mercati internazionali. Ma almeno, l’accordo impegna la Commissione a valutare la fattibilità di questa soluzione fino ad ora tabù per molti Paesi, Germania della Merkel in testa (1). «Noi abbiamo sempre sostenuto il rafforzamento del coordinamento e della sorveglianza delle finanze pubbliche a livello europeo; non ci preoccupa la perdita di “sovranità”, purché le azioni siano accompagnate da un’effettiva co-decisione democratica da parte del Parlamento europeo e da azioni concrete verso la graduale messa in comune del debito sovrano, al fine di allentare la morsa dell’austerità imposta dalle politiche economiche della maggioranza liberal-conservatrice in Europa; austerità “uber alles” che ha impedito la ripresa della zona euro producendo livelli inaccettabili di disoccupazione e povertà, come peraltro segnalato dalla stessa Commissione europea». L’accordo raggiunto in Europa prevede un approccio qualitativo per le finanze pubbliche, più focalizzato sugli obiettivi che l’UE intende raggiungere entro il 2020: occupazione, istruzione, innovazione, energie rinnovabili, clima. Il "Two Pack”, in definitiva, riguarda due ambiti: misure speciali per il monitoraggio degli Stati che sforando i parametri sui conti pubblici finiscono in procedura per deficit eccessivo; misure particolari per Stati in difficoltà. I regolamenti prevedono che procedure dettagliate (perché gli Stati dell’euro zona risanino i propri conti pubblici in linea con le raccomandazioni di Bruxelles) entrino in vigore già per il periodo di bilancio del 2014. Dovranno sottoporre le bozze del bilancio alla Commissione europea che, se ritiene che il singolo progetto di bilancio contrasta con gli impegni assunti in sede europea sulla gestione dei conti pubblici, può chiederne la revisione. Per gli Stati sotto procedura, è previsto un sistema di monitoraggio graduato per assicurare la correzione rapida e durevole del deficit eccessivo con meccanismi di controllo.

(1)La Commissione europea è impegnata a sviluppare, nei prossimi 12 mesi, le proposte di mutualizzazione di emissione del debito sovrano per ripristinare la fiducia nell'euro, sulla base dei risultati di un gruppo di lavoro che ha anche il compito di elaborare un dispositivo in grado di impedire che l’eccessiva austerità peggiori la crisi ciclica.