Monica Frassoni, Co-Presidente del Partito Verde Europeo, Pascal Durand, Segretario- Generale dei Verdi francesi partecipano all'incontro con la Stampa del 30 novembre in occasione del pre-vertice franco-italiano.
Costoso, lontano dagli snodi prioritari, basato su previsioni di traffico irrealistiche, il nuovo tunnel di base di 57 km tra Lione e Torino non è una priorità per rilanciare una linea fortemente sottoutilizzata e favorire il trasferimento modale tra la gomma e il ferro.
Alla vigilia dell'incontro tra Mario Monti e Francois Hollande previsto a Lione il 3 dicembre, ennesimo vertice "decisivo" per questo progetto controverso, i Verdi europei, francesi,
svizzeri, austriaci presenti a Lione ribadiscono il loro impegno per una politica europea dei trasporti che favorisca davvero il trasferimento modale, in particolare attraverso la eco- tassazione dei TIR e investimenti sulle linee ferroviarie alpine esistenti
In Francia, in Italia, in Svizzera, in Austria, al Parlamento Europeo i Verdi sostengono un principio semplice: ogni nuova infrastruttura consuma suolo, energia, risorse pubbliche: si deve quindi valutare adeguatamente la sua utilità e sostenibilità finanziaria e ambientale nel breve e nel lungo periodo. Ora, il progetto di una nuova linea Lione-Torino e' basato su proiezioni di traffico stravaganti: dai passaggi del Frejus e del Monte Bianco sono transitate 23,6 milioni di tonnellate di merci nel 2011, un volume che è stagnante da vent'anni anzi è in diminuzione. Come possono i promotori del progetto prevedere un raddoppio dei flussi da qui al 2035 e un quadruplicamento da qui al 2050 e allo stesso tempo un aumento dei camion?(RFF prevede 700000 camion in più per il Monte Bianco e Frejus nel 2035, pur con il tunnel in funzione).
"Smettiamo di puntare sul mito di un tunnel per un futuro lontano. Riempiamo subito i treni e le linee esistenti" dichiarano Monica Frassoni, co-presidente dei Verdi europei, Pascal Durand, segretario generale di Europe-Ecologie/Les Verts, e Nilo durbiano, Sindaco di Venaus.
Perché il tunnel del Moncenisio permette già oggi un trasferimento modale importante se solo si mettessero in atto le politiche adeguate per utilizzarlo a pieno: con la sua nuova sagomaB1è transitabile dal maggio del 2012 per tutti i containers; infatti, in seguito a un investimento di quasi un miliardo di euro, offre una capacità di circa 20 milioni di tonnellate di merci all'anno: nel 2011 ne sono transitati appena 3,4 milioni. È più che evidente che in
Più lungo che quello sotto la Manica, il progetto di questo nuovo tunnel non dispone di un finanziamento sicuro, come l'ha sottolineato la Corte dei Conti francese, e non solo a causa della difficile situazione dei bilanci pubblici dei due paesi: la possibilità che il bilancio europeo possa davvero coprire il 40% dei costi attraverso la "connecting Europe facility" appare oggi del tutto velleitaria e in ogni caso i Verdi europei stanno lavorando al PE per trasferire quei fondi su altre priorità più urgenti: ci sono infatti molti utili modi di spendere i 10 miliardi che oggi costerebbe il tunnel, per migliorare l'offerta ferroviaria in modo da rispondere alle esigenze reali dei trasporti ferroviari tra l'Italia e la Francia:
Inoltre, se davvero si vuole promuovere il trasporto merci ferroviario bisogna disincentivare l'autotrasporto ad esempio attraverso una eco-tassa sui TIR. Questa imposta, che esiste già in Svizzera ad un livello adeguato, permetterebbe di finanziare le alternative al trasporto su gomma, facendone anche emergere i costi e l'impatto reali.