Dopo qualche anno e varie vicissitudini, ho deciso di re-iscrivermi ai Verdi italiani.
L'ho fatto per due ragioni. La prima è perché penso che con la creazione di GREEN ITALIA, alla quale Angelo Bonelli e altri Verdi partecipano già molto attivamente, sia oggi possibile pensare riavere in Italia un soggetto politico che fa dell'ecologia il fulcro della sua proposta. Io considero cruciale che i Verdi italiani siano coinvolti e partecipino a questo progetto; un progetto aperto e davvero plurale, che va oltre la Federazione dei Verdi come l'abbiamo conosciuta e favorisce il processo di convergenza di tutti gli ecologisti; che riprende molti dei contenuti e delle battaglie che i Verdi hanno fatto o avrebbero dovuto fare. E che, spero, riuscirà a coinvolgere molte persone che Verdi non sono mai state.
Voglio perciò, anche nella mia veste di Presidente del Partito Verde europeo, dare un contributo al dibattito che c'è oggi nei Verdi italiani sul futuro del Partito e stare dalla parte di coloro che pensano che GREEN ITALIA sia una prospettiva positiva per i Verdi non solo italiani, ma anche europei; perché ambisce a costruire qualcosa di DIVERSO, ma coerente con il meglio della nostra esperienza. Il Congresso dei Verdi italiani del prossimo novembre sarà dunque un momento importante per decidere che direzione prendere e mi pare che quella di GREEN ITALIA sia oggi la migliore alternativa possibile.
La seconda ragione è che penso che i tentativi che io e altri abbiamo fatto di fare confluire l'identità e la proposta verde in un soggetto politico "altro" non sono riusciti. Non solo per me individualmente, cosa questa abbastanza marginale, ma soprattutto per la nostra cultura e proposta. La sinistra plurale in Italia non ha funzionato (come neppure in Francia o in Spagna); non ha funzionato il tentativo di confluire in un grande partito progressista fatto da altri autorevoli ambientalisti. Siamo rimasti marginali, sia come rappresentanza che come peso e influenza della proposta.
Non ho perciò difficoltà a dire che la mia scelta di oggi nasce dalla costatazione che è necessario cambiare rotta e rivenire all'idea di un soggetto ambientalista autonomo anche in Italia. Non vedo altre alternative rispetto alla possibilità di rimettere nel dibattito il tema della riconversione ecologica come strada realistica e possibile di uscita dalla crisi. Significa questo rinnegare il percorso che ho seguito in questi anni, e cioè quello di essere favorevole nel 2009 all'entrata dei Verdi in SEL o la scelta di candidarmi con SEL nel 2013? No. Significa semplicemente prendere atto che quell’esperienza politica ha preso una strada identitaria di sinistra che è rispettabile e legittima, ma che è diversa da quella della sinistra "plurale" e di apertura che molti auspicavano per SEL. E prendere atto che in Italia l'elemento di "identità" è comunque prevalente nella definizione dei rapporti di forza rispetto a quello della capacità di "fonderle" per creare qualcosa di più forte e completo.
Per me, comunque, la scelta di Green Italia, e l'auspicio che la Federazione dei verdi decida di fare suo quel progetto, non significa "rompere" con nessuno. Io rimango una vecchia Ulivista; non sono particolarmente appassionata alla creazione di nuovi partiti tanto per soddisfare un bisogno identitario; se vedessi che altri o altri partiti fossero in grado di capire l'enorme potenziale di democrazia 'economica' e di soluzione della crisi che la cultura ecologista "aperta" può dare non avrei esitazioni, come non ne ho avute in passato. Ma non c'è ed è una grande lacuna che voglio ancora contribuire a riempire. Penso che oggi, per ottenere una forte presenza ambientalista in una proposta di governo alternativa alla destra Berlusconiana e alle grandi intese sia necessario che tutti gli ambientalisti ovunque "dispersi" si rimettano insieme, in modo rumoroso, visibile, plurale e allegro.Cercando di "condividere il futuro" e imparando a superare le vecchie divisioni; e superando anche la mancanza di ambizione e orgoglio che ha fatto pensare a me come ad altri che non fosse possibile avere nel nostro paese lo stesso successo e influenza che in altri paesi i Verdi hanno.
Davanti a noi abbiamo una sfida difficile. Ma è la sola che mi sento oggi di accettare e spero che i Verdi italiani faranno la stessa scelta.
Saluti verdi
Monica