LE TRAGEDIE AL LARGO DI LAMPEDUSA APPRODANO AL CONSIGLIO EUROPEO
Subito una politica di asilo europea.
15 anni dopo, non possiamo che constatare che solo una parte degli aspetti più repressivi di quella strategia sono stati realizzati e che tragedie come quella di Lampedusa non solo non sono state evitate, ma sono in gran parte generate da politiche concentrate esclusivamente sulla priorità di tenere fuori migranti e i richiedenti asilo.
A dispetto dei tentativi della parte più progressista del PE e spesso anche della Commissione europea, i governi nazionali hanno troppe volte bloccato i tentativi di decidere una politica sulle frontiere e una seria e realistica politica comune di asilo, proprio come deciso nel lontano 1999, utilizzando i loro poteri di veto in sede di Consiglio. Ancora una volta, non è una generica “Europa” che non agisce, ma lo strapotere dei veti nazionali e la maggioranze di centro-destra che impediscono l’azione.
È bloccato da tempo, per esempio, l’iter legislativo delle direttive in materia di lavoratori stagionali direttiva, sulle condizioni di ingresso e di residenza dei cittadini di paesi terzi, e sui lavoratori stagionali. Tutte misure indispensabili a una seria e coordinata politica delle migrazioni.
Anche in materia di asilo, la UE ha tutte le competenze e i mezzi per agire. 15 anni fa si è deciso di mettere in piedi un sistema comune: ma 20.000 morti dopo, ancora non ci siamo.