In un articolo su Huffington Post, "Perché l'alleanza fra Emma Bonino e Tabacci è un valore aggiunto per queste elezioni" Franco Monaco ritorna sul significato della presenza della lista "+ Europa" spinta nella competizione elettorale dall'offerta del Centro Democratico di Tabacci.
Da iscritta radicale per lunghi anni, avendo cominciato la mia attività politica nel Movimento federalista e lavorato per anni al Parlamento Europeo con Adelaide Aglietta e condiviso molte battaglie con tanti altri amici radicali, non posso che essere contenta anche io.
Certo, avrei di gran lunga preferito che, come prospettato qualche mese fa, fosse stato possibile organizzare anche con Emma Bonino una lista comune forte, che, chissà, sarebbe forse anche riuscita a convincere Giuliano Pisapia e altri a continuare nel loro impegno.
Una lista costruita sulla base di una intesa politica articolata e positiva sui temi di un europeismo "senza se e senza ma", certo, ma anche di tante altre questioni, dai diritti, alle priorità della politica di migrazione e alla necessità di una transizione ecologica dell'economia. Questo non è stato possibile e credo che sia stata una perdita per tutto il centro sinistra, a partire dal Partito Democratico che ha una responsabilità certa in quell'epilogo.
Ciò detto, e considerando che la situazione del centro sinistra è quella che è, credo che sia abbastanza fuori luogo mettere in opposizione fra loro e addirittura considerare come una lista "civetta" senza neppure "dignità" rispetto a "Più Europa", il tentativo messo in campo dalla lista "Insieme" che comprende anche i Verdi.
Fuori luogo perché se questa lista avrà un risultato positivo sulla base di contenuti che mi sembrano complementari e in alcuni casi molto più chiari di quelli della lista "Più Europa" sarà tutto il centro-sinistra ad approfittarne. Io non mi sento parte di una lista "civetta". Diritti e ecologia sono tematiche fondamentalissime di un qualsiasi governo che si voglia dire progressista; e se è utile il richiamo all'Europa come orizzonte del nostro agire politico, è assolutamente indispensabile chiarire come e con quali politiche concrete superare la profonda crisi di legittimità e oserei dire di senso nel quale si trova immersa la Ue oggi; cosa che mi sembra noi, anche grazie al lavoro con i Verdi europei, siamo pronti a portare in modo credibile nel dibattito italiano.
La differenza enorme in questo momento tra la nostra lista e quella di "+ Europa" è l'attenzione mediatica, oltre naturalmente all'indubbio prestigio e visibilità della sua portavoce, cosa quest'ultima della quale, come ho già detto, mi rallegro. Ma sicuramente non il valore delle battaglie rappresentate e dei temi.
Purtroppo, in Italia le regole di accesso al dibattito politico dipendono da logiche che non hanno nulla a che fare con il merito delle proposte, come ben sanno gli amici radicali, con i quali abbiamo condotto per anni una battaglia purtroppo persa anche in sede europea su pluralismo e regole del gioco democratico.
Peraltro, non è vero che non c'è stata alcuna discussione con il Partito democratico. C'è un testo e diversi punti di accordo sottoscritti, dal Patto sul Clima alla legge sul consumo del suolo, perfino la fine dell'impunità dei proprietari dell'Ilva. Parole scritte sull'acqua? Forse. Ma questi temi potranno avere tanta più visibilità e, appunto, dignità nella realtà di un eventuale futuro governo quanto più rilevante sarà l'attenzione e il sostegno per il lavoro di "Insieme".
Fermo restando il diritto di ciascuno di sostenere e difendere le sue scelte, auspico perciò che fra esponenti che almeno in teoria dovrebbero stare dalla stessa parte, quella di una battaglia vera per evitare che la destra di Salvini e Berlusconi torni al governo o che il giovane Di Maio vi acceda, magari anche attraverso un "cambio di passo" e di metodo del Pd, si eviti di mettere uno contro l'altro progetti che mirano, pur se da prospettive e magari anche con potenzialità diverse, allo stesso obiettivo.
(pubblicato su Huffington Post)
Bruxelles, 8 gennaio 2018