LA MIA RISPOSTA ALLA RICHIESTA DI DIMISSIONI DAI VERDI EUROPEI


In questi giorni, ho ricevuto un appello dei Giovani verdi italiani che richiede le mie dimissioni da co-Presidente dei Verdi Europei, in seguito alla mia candidatura nelle liste di SEL. Penso che questa campagna sbagli obiettivo. Le elezioni del 24 e 25 febbraio devono liberarci definitivamente da Berlusconi e metterci in condizione di fare delle scelte di politica economica, sociale ed ambientale verso il Green New Deal e l’Europa Federale. Non credo di essere stata né trasformista, né opportunista. La mia campagna elettorale non sarà contro i Verdi. Perché dovrebbe? Ho semplicemente fatto una scelta coerente con quello che ho sempre detto e sempre fatto negli ultimi anni, come sanno molto bene tutti quelli che hanno voluto ascoltare senza sbraitare. Sono consapevole che questa scelta possa non essere condivisa, come tutte. Mi sembra però che apra spazi di azione importanti, che sarebbe un errore lasciare cadere. In quest’occasione, ho accettato la proposta di fare parte delle liste di SEL, consapevole dei rischi e dei limiti di una coalizione di centro-sinistra nella quale le opzioni ambientaliste sono maggioritarie in SEL ma non (ancora) nel PD come si vede dalle scelte sulle candidature. Posizioni diverse in questo momento cosi grave per l’Italia, magari fondate sull’”imperfezione” del centro-sinistra mi paiono in fondo un segno di mancanza di speranza, di sconfitta annunciata di fronte alla possibilità se non di rivoluzionare almeno di mettere in marcia il cambiamento anche in Italia. Peraltro, anche altre coalizioni possibili non mi paiono perfette da un punto di vista ambientale e “verde” e soprattutto non particolarmente coerenti con le ragioni portate avanti da molti per il mantenimento dei Verdi, che, vi ricorderete, partiva dal rifiuto del rapporto con partiti di estrema sinistra. Io rispetto comunque questa scelta e mantengo un atteggiamento costruttivo e aperto, perché, appunto, li non stanno i miei nemici, anzi, ci sono molte persone che stimo e con le quali collaboro attivamente. Penso però che oggi sia indispensabile non disperdersi e non cadere nel riflesso irrazionale di considerare come i nostri peggiori nemici coloro che ci sono politicamente più vicini, magari aiutando la vittoria della destra. Lo ribadisco: non sono io l’avversario dei Giovani Verdi. Ma Monti e Berlusconi.