In seguito al voto del Parlamento europeo contro il rinnovo della licenza per l’utilizzo di erbicidi a base di glifosato, la co-Presidente dei Verdi Europei Monica Frassoni ha commentato:
“Il voto di oggi è un segnale importantissimo per una svolta in senso ecologico e sostenibile del nostro modello produttivo.
Il Parlamento europeo, la voce dei cittadini europei, si è infatti espresso con 355 voti favorevoli, 204 contrari e 111 astenuti contro il rinnovo delle licenze per l’utilizzo del glifosato, un prodotto Monsanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha bollato come “potenzialmente cancerogeno” e che ha conseguenze gravissime anche sulla salute di animali e piante.
Con il voto di oggi si chiede di eliminare progressivamente questo diserbante entro il 15 dicembre 2022, quando verrà vietato in via definitiva. Inoltre, il Parlamento chiede restrizioni immediate per l’uso domestico e per quello agricolo, laddove esistano alternative biologiche sufficienti per il controllo delle specie nocive.
La palla ora è nel campo dei governi nazionali della UE, che domani voteranno la proposta della Commissione di rinnovare la licenza per altri 10 anni a partire dal prossimo 15 dicembre 2017. In maniera decisamente responsabile, l’Italia (insieme ad altri paesi quali la Francia, l’Austria e il Lussemburgo) si è già espressa contro il rinnovo del glifosato: ha ora il dovere morale di fungere da stimolo per quei paesi che ancora non hanno assunto una posizione certa e di convincerli ad anteporre il bene dei cittadini, della salute e dell’ambiente agli interessi di settore e delle multinazionali.
La lotta contro questo veleno è un tema delicatissimo e che incide direttamente sulla vita degli europei, che infatti hanno portato avanti la ICE “Stop Glifosato”, raccogliendo ben 1.320.517 firme in pochi mesi. Il gruppo dei Verdi al Parlamento europeo, inoltre, sta portando avanti una petizione multilingue per convincere i governi europei a schierarsi contro il rinnovo.
L’Italia perciò potrebbe giocare un ruolo chiave in questa battaglia, per la quale vale davvero la pena “battere i pugni” sul tavolo della trattativa europea.”
Bruxelles, 24 ottobre 2017