Ieri, tra gli innumerevoli tributi alla figura di David Sassoli, mi sono imbattuta in un post su Istagram di Francesca Cucchiara, consigliera comunale dei verdi a Milano, che riportava un brano di una lettera che Sassoli stesso aveva inviato al suo predecessore, Antonio Tajani, nella quale gli chiedeva di aprire le porte del PE di notte ai senza tetto “perché è doloroso vedere tante persone cercare riparo al freddo intenso agli angoli dell’edificio che ci ospita a Bruxelles”. Questo mi ha fatto immediatamente venire in mente un episodio che mi piace ricordare qui. Perché David Sassoli, una volta preso il posto di Tajani e in piena pandemia, ha fatto aprire davvero le porte del Parlamento Europeo, sistemando a tempo di record per un rifugio per donne senza fissa dimora una parte del palazzo dedicato a Helmut Kohl, rimasto vuoto per il COVID-19 - e che incidentalmente si trova sotto le finestre di casa mia. A Bruxelles come in tante città europee, la pandemia ha colpito duramente le donne ed episodi di violenza e estremo disagio sociale sono aumentati anche qui, creando situazioni di reale emergenza.
Da aprile a fine agosto 2020, 279 donne in totale, rimaste senza tetto a causa della pandemia e/o vittime di violenza, sono state ospitate in uffici trasformati in stanze confortevoli. Pochi fuori dal PE sono al corrente di questa iniziativa, direttamente presa da David Sassoli, attraverso un accordo con la Regione di Bruxelles che ha incaricato della gestione della struttura una associazione specializzata nell’aiuto di urgenza e nell’assistenza ai senza tetto, la Samusocial. Io ne sono stata informata subito perché ne abbiamo discusso brevemente al Consiglio Comunale di Ixelles, che presiedo, su richiesta di alcuni membri dell’opposizione che contestavano il fatto che aprire una tale struttura (sottinteso con una tale popolazione…) per di più senza che il Comune ne fosse al corrente, potesse ingenerare problemi di sicurezza (ti pareva). Al che, il Sindaco Doulkeridis ha tranquillamente risposto che il Comune si sarebbe occupato di aumentare la sorveglianza in caso di necessità e tutto è finito li. Nel corso delle settimane successive, per fortuna caratterizzate da una primavera particolarmente luminosa, era frequente incrociare nello spazio verde della piazza molte donne di provenienze diverse, con il volto spesso marcato, intente a chiacchierare tranquillamente o a godersi il sole. E non di rado, di notte, si udivano urla maschili e qualche sirena di polizia. Una immersione estremamente istruttiva nella vita reale nel cuore dei palazzi comunitari.
A me è parsa subito una grandissima iniziativa di solidarietà concreta, che mi ha molto colpito da parte di una istituzione di solito percepita come lontana dalla città che la ospita e i suoi problemi, ma che con David Sassoli ha agito rapidamente, senza pompa e con concretezza.
Perché non si è trattata solo di una “operazione parcheggio” provvisoria, che pure in quella situazione drammatica sarebbe stata meritoria. Come spiegano i responsabili dell’associazione “I mezzi messi a disposizione erano senza precedenti e hanno permesso di offrire alle donne ospitate un'accoglienza permanente di qualità ma anche e soprattutto una supervisione e un sostegno ottimale nella ricerca di soluzioni. Infatti, durante queste 16 settimane, i 40 operatori assegnati alla Square de Meeûs hanno accolto e accompagnato 279 donne, 64 delle quali sono state indirizzate verso soluzioni permanenti per lasciare la strada. E ancora: “L'iniziativa allestita alla Square de Meeûs segna un passo decisivo, una svolta nell'accoglienza delle donne senza tetto nella regione di Bruxelles. Infatti, è la prima volta nella nostra Regione che questo pubblico particolarmente vulnerabile ha la possibilità di essere accolto gratuitamente in un centro 100% femminile. Nell'interesse della sicurezza e dell'auto-aiuto, è essenziale fornire alle donne senza alloggio centri di accoglienza non misti (…..) Per questo abbiamo aperto a fine agosto un centro per donne a Molenbeek, che accoglie e accompagna 75 ex residenti del centro Square de Meeûs.”
Di questa bella storia è restata una traccia forte e commovente nella mostra “Femmes” frutto di una collaborazione fra il fotografo Gaël Turine e la giornalista Anne-Cécile Huwart, che hanno scelto di raccontare in immagini e parole 15 delle donne ospitate alla Square de Meeus. Non mi pare ci possa essere un omaggio migliore all’uomo David Sassoli che ricordare una sua iniziativa forse non importante per la storia d’Europa, ma sicuramente significativa per coglierne generosità ed empatia.
12 gennaio 2022
La foto ritrae David Sassoli in visita al Palazzo Helmut Kohl dal sito di Samusocial
Pubblicato su "LeContemporanee",12 gennaio2022;
https://lecontemporanee.it/memo/david-sassoli-lessenza-di-un-europa-sociale/