G7: MANCA STRATEGIA COMUNE PER SICUREZZA ENERGETICA.


logo Gi Verdi europee VERDIGREENITALIA-stampa-300x300 2G7, FRASSONI: MANCA STRATEGIA COMUNE PER SICUREZZA ENERGETICA. SEMESTRE PRESIDENZA ITALIANA, OCCASIONE PER RENZI PER UN CAMBIO DI ROTTA SU POLITICHE ENERGETICHE UE Si è tenuta oggi a Bruxelles la riunione dei capi di Stato del G7, nel secondo giorno di incontri i principali argomenti in agenda erano, tra gli altri, il cambiamento climatico e la sicurezza energetica. La Co-presidente del Partito Verde Europeo, Monica Frassoni, dichiara che  "i capi di Stato non fanno che portare avanti le proprie politiche troppo poco ambiziose. Nonostante "sicurezza energetica" siano in questi giorni più che mai parole chiavi, manca ancora una vera e propria strategia comune.  Nel 2012, l'UE ha speso oltre 420mld di euro per acquistare dall'estero il 53% della propria energia. L'analisi della stessa Commissione Ue dimostra che il maggiore impiego di energie rinnovabili e l'intensificarsi del risparmio energetico permetterebbero di ridurre significativamente le importazioni di energia. Al momento, invece, si vogliono proporre di soppiatto soluzioni veloci, ma non sostenibili (come il CCS o il fracking), senza intavolare un appropriato dibattito pubblico. Queste misure gioverebbero solo alle grandi aziende, facendone pagare il conto ai cittadini e all'ambiente. Noi Verdi ci battiamo per una vera e completa transizione energetica, puntando sulle energie rinnovabili e l'efficienza. Per fare ciò servono politiche chiare ed investimenti solidi. I leader europei non devono perdere questa opportunità di stabilire obiettivi ambiziosi e vincolanti: l'efficienza energetica è strettamente legata alla riduzione delle emissioni di Co2 e allo sviluppo delle rinnovabili. È inoltre davvero preoccupante che alla vigilia del semestre di Presidenza italiana proprio ieri il ViceMinistro De Vincenti abbia annunciato alla Camera dei Deputati che la posizione italiana sarebbe a favore di un unico target, schierandosi con la parte più arretrata dei Paesi membri. Se il Presidente del Consiglio non invertirà rapidamente rotta, si troverà presto in compagnia di Polonia e Inghilterra, altro che cambiamento in Europa!”