EURO SI/EURO NO? un diversivo: le vere battaglie UE sono sul bilancio, sull'energia e sulle banche
A me pare che questa storia dell'euro SI euro NO, sia un grave diversivo; certo ne dobbiamo parlare se tanta gente si é convinta che sia l'euro il nostro problema con l'Europa. Penso che su questo ci sia da rispondere con pochi semplici arigomenti, dal rischio grave di perdita radicale di potere d'acquisto, all'interdipendenza assoluta del nostro sistema con il resto della UE che rende difficile uscirne eccetera. Ma soprattutto, non é uscire dall'euro che risolverebbe il problema di un'Europa più problema che soluzione a causa di politiche testardamente sbagliate.
E invece, ci sono almeno tre grandi battaglie URGENTISSIME che si stanno organizzando in Europa con l'assenza o una presenza non positiva dell'Italia (perché ancora rappresentata da Monti):
la prima
é quelle di respingere SUBITO l'accordo del Bilancio UE, quello che taglia miliardi in sostegno alle politiche di occupazione, ricerca e innovazione. E' possibile, é necessario. La maggioranza del Parlamento Europeo si sta preparando a votare giugno e ad oggi la questione non é decisa: se l'Italia rompesse l'unanimità dei tagli sarebbe un segnale fortissimo di cambiamento, altro che uscire dall'euro e perdere tempo in una discussione futile, perché quello che si puo' e si deve fare non é rifugiarsi in scorciatoie illusorie, ma cambiare davvero le politiche europee. Si puo'.
La seconda grande battaglia é quella sull'energia: la riscossa delle lobby del petrolio , del gas e del carbone, del nucleare, non si arresta nella UE. La discussione su che fare dopo il 2020 (vi ricordate il pacchetto 20/20/20 si sta organizzando e noi siamo assenti, ma ENEL e ENI, le grandi industrie energivore sono presentissime. Si discute se mettere nuovi obiettivi di energie rinnovabili ed efficienza energetica, dirigendo verso di loro investimenti e incentivi. Oppure se mettere tutti sullo stesso piano, vecchi e nuovi "carburanti" per l'energia del futuro. Bisogna SUBITO partire per cambiare radicalmente la Strategia Energetica nazionale e rappresentare una forte presenza a Bruxelles: perché parlare di "green economy" e basta non serve. Bisogna partire SUBITO e cambiare strada. La terza é la
ridefinizione del sistema bancario, in corso a Bruxelles, battaglia nella quale Monti e Berlusconi stanno sullo stesso fronte, quello del PPE che si oppone da sempre a regolamentare il sistema. Dopo l'accordo, guidato dal Verde Philippe Lamberts, sui bonus dei managers ci sono altri temi ancora da concludere per imbrigliarle davvero e ridirigere verso l'economia reale capitali e credito. Anche qui, ci dobbiamo essere e in modo molto diverso rispetto al governo Monti. Io penso che la politica debba davvero cambiare. Ma é indispensabile fare un governo ADESSO, senza legami con la stessa gente che sul sistema attuale vive e si mantiene.Puntare invece a "distruggere" del tutto il sistema dimenticando che il mondo nel frattempo va avanti sarebbe un errore imperdonabile.