I Paesi meno responsabili del cambiamento climatico finiscono per essere quelli che più ne pagano le conseguenze. È questo il messaggio di apertura delle Filippine, con un esplicito riferimento alla tragedia del tifone Haiyan, alla Cop19 di Varsavia, la diciannovesima Conferenza delle Parti. Così, mentre gli effetti del cambiamento climatico prendono forma dall'altra parte del globo, in Polonia i nostri politici portano avanti proposte per darvi un freno. Per Monica Frassoni, Co-presidente del Partito Verde Europeo, l'Europa è tra i primi a doversi assumere le proprie responsabilità. “Le voci che sentiamo nella Commissione europea non sono incoraggianti. – ha avvertito la Frassoni - I dibattiti interni preannunciano un accordo al 40% di riduzione delle emissioni di CO2.
Un target che non cambierebbe di molto la situazione attuale. Serve, invece, un obiettivo che capovolga lo stato attuale e facendolo evolvere verso una società ed un'economia europee altamente efficienti.” Per raggiungere un accordo entro il 2015, ha poi aggiunto la Presidente Verde “gli obiettivi dovrebbero essere tre per il 2030: il 45% sulle energie rinnovabili, almeno il 55% sulle riduzioni di gas serra domestici e il 40% di risparmio energetico. È il minimo indispensabile”
Fatte queste premesse, però, la situazione non è delle più rosee. Mentre l'incontro di Varsavia era in corso, è stato pubblicato il World Energy Outlook 2013 della IEA, il quale vede, per ancora un lungo periodo, un eccessivo utilizzo delle fonti fossili, quali petrolio e carbone. Queste, beneficiano di cinque volte il numero di sussidi rispetto alle rinnovabili.
La soluzione è in un'immediata offensiva di efficienza energetica. La speranza è, dunque, che dalla Cop19 di Varsavia ne escano decisioni concrete.