CONSIGLIO UE: EUROPA HA SMARRITO LEADERSHIP SU CAMBIAMENTO CLIMATICO. SEMESTRE EUROPEO SIA PER RENZI OCCASIONE DI DIMOSTRARE CHE NON ACCETTA DIKTAT DELLE LOBBY DELL’INQUINAMENTO


Logo-green_constelledorate_18Sett-page-001“Oggi l’Europa e la sua rappresentanza politica smarriscono la propria vocazione di leadership sul tema della lotta al cambiamento climatico. Le conclusioni del vertice dei Capi di Stato e di Governo Ue in merito agli obiettivi per clima ed energia 2030 non hanno portato ad alcuna presa di posizione definitiva in termini di target. Ogni decisione è, così, rimandata al 2015, in vista della Conferenza sul Clima (Cop21) di Parigi. Questa è la conferma che la lobby industriale fossile ha convinto alla frenata i leader europei, insistendo sul vecchio (e ingiustificato) modo di pensare secondo il quale azione per il clima e ripresa economica sarebbero in contraddizione.” dichiarano Monica Frassoni e Francesco Ferrante, esponenti di Green Italia.

“Questa decisione – continuano Ferrante e Frassoni - è inspiegabilmente in contrasto con i risultati di una ricerca commissionata dalla stessa Commissione Ue, che dimostra come obiettivi più elevati in materia di clima ed energia porterebbero ad un risparmio sui costi sanitari, ridurrebbero la dipendenza dalle importazioni di energia e non influenzerebbero significativamente il Pil. Il semestre europeo a guida italiana, nell’anno che l’Ue dedica alla green economy, riserva dunque al premier italiano Renzi l’occasione formidabile di dimostrare di volere realmente "un'altra Europa": libera dalle lobby e proiettata verso il futuro. Solo con un impegno per raggiungere obiettivi avanzati e vincolanti in termini di riduzione delle emissioni domestiche di gas serra, di innalzamento della percentuale di energie rinnovabili nel consumo finale e di aumento dell'efficienza energetica, l’Italia potrà ritagliarsi un ruolo da protagonista in Europa. Al contrario di quanto sostenuto dalle lobby del nucleare e degli idrocarburi, che premono per portare l'Ue a fare un passo indietro, le nostre proposte sono uno stimolo allo sviluppo economico, non un peso. Target ambiziosi per energia e clima al 2030 sono la strada verso un'economia più competitiva, la creazione di nuovi posti di lavoro e il risparmio di fino a 2mld di euro in energia: la risposta innovativa per uscire dalla crisi.

 

Bruxelles, 21 marzo

 

 

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  • Obiettivi realistici: l'efficienza energetica è una risposa alla crisi economica e climatica che l'Ue sta attraversando. Per presentarsi preparata alla Conferenza sul Clima (Cop21) a Parigi del 2015, l'Ue dovrà mettersi d'accordo su targets realistici ed ambiziosi. È necessario e possibile ridurre le emissioni di Co2 del 60% (del 90% entro il 2050), aumentare l'utilizzo delle fonti rinnovabili di almeno il 45% e portare l'efficienza energetica al 40% entro il 2030.
  • Proposta della Commissione: la Commissione ha proposto un obiettivo al 40% per il 2030 di riduzione delle emissioni di Co2 (molto poco ambizioso in quanto senza alcuno sforzo particolare si prevede che nel 2020 saremo già al 27%), un obiettivo europeo al 27% per le rinnovabili (non vincolante a livello nazionale), e nessun target per ora per l'EE. Tale proposta è un passo indietro rispetto agli obiettivi per il 2020 ed è inadeguata se si vuole far fronte alle sfide della lotta al cambiamento climatico.
  • I costi della dipendenza da fonti fossili: dal 1990 ad oggi, i prezzi del petrolio e del carbone sono aumentati del 60% e del 35% rispettivamente, trainati dalla crescente domanda energetica delle economie emergenti. Tra il 1990 e il 2011 l’Europa ha aumentato la dipendenza da importazioni di combustibili fossili, passando dal 40% nel 1990 al 54% nel 2011. Nel 2012 l’Europa ha speso più di 500 milliardi di dollari solo per il petrolio.