Gli eventi nei paesi arabi e il terribile episodio della morte dell’ambasciatore americano in Libia e degli attacchi che stanno ancora avendo luogo sono davvero angoscianti e sconfortanti; e ho l’impressione che ci sia una grandissima responsabilità dei governanti dei vari paesi arabi in quello che sta succedendo rispetto al "film blasfemo”. Se loro, compresi i nuovi governanti egiziani, libici o tunisini, per non parlare di pakistani e company non sono capaci di intervenire e dire chiaramente che quel film é opera di qualcuno che non rappresenta nulla e che per di più é fatto male e con un evidente intento provocatorio, allora condividono con i fanatici la responsabilità di quello che sta succedendo; trovo questo molto grave e non solo perché ognuno deve essere libero di dire quello che gli pare nei limiti del legale; ho il massimo rispetto per tutte le religioni e per chi non ha religione, ma il rispetto deve essere reciproco. Se no, non vale. Per questo ho molto apprezzato le bellissime immagini della manifestazione in Libia contro le violenze e di sostegno degli USA, anche se non le ho trovate in molti rapporti stampa. Non c'è nulla, neanche il film più blasfemo, che giustifichi questa insana violenza e per accomunare un pericoloso provocatore e tutti quelli che non sono musulmani nell'offesa al Profeta. Io non lo offendo. Ma voglio lo stesso identico rispetto.
In questo senso, la discussione sul finanziamento della politica si ponga in modo molto preciso anche in questo contesto. Come Hamas, anche questi salafiti hanno un sacco di soldi. Vanno nei quartieri poveri e li distribuiscono. Un po' come l'estrema destra greca sta facendo. Stranamente, anche Enada e i fratelli musulmani hanno un sacco di soldi, anche se in Egitto sono state arrestati attivisti di ONG americana con l’accusa di finanziamenti illegali. I tunisini, libici egiziani che propugnano libertà e diritti civili, non godono dello stesso trattamento. Non possiamo pensare che questo non conti nulla e non voglio di Conta moltissimo. Forse ha ragione la mia amica iraniana Haleh che dice che è necessario per gli islamisti andare al potere e dimostrare che sanno governare. Sarà. Ma se questi stessi governanti sono dominati da forza marginali all’inizio ma sempre più forti poi, la situazione sarà sempre più esplosiva, soprattutto se paesi arabi “alleati” dell’Occidente sono dietro gli enormi finanziamenti a islamisti reazionari. La responsabilità dell’Arabia Saudita in questo senso sono immense. Ma anche quelle, ripeto, dei “nuovi” governanti della primavera araba.
Quanto all’Occidente, paghiamo gli errori decennali di Bush, Blair, Berlusconi e l’assenza di una politica europea, eccetera….…. Se invece di finanziare l'esercito pakistano o egiziano e foraggiare i nostri mercanti di morte si fossero aiutati/e coloro che lavorano, in quanto musulmani, al rafforzamento di democrazia e diritti nei loro paesi ; se invece di assaltare l'Iraq ci fosse stato un vero piano di pace per l'Afghanistan subito dopo le invasioni del 2001 credo che le cose sarebbero andate in modo molto diverso. Ma come sappiamo la storia non si fa con i se e con i ma….
Insomma, oggi dobbiamo davvero prendere sul serio la realtà che l’approccio universalista di libertà e diritti non solo non è maggioritario nel mondo, ma ha bisogno di essere riaffermato certamente non come elemento della “civiltà” occidentale “contro” l’Islam. Questa non è una lotta di “civiltà” da fare magari con bombardamenti “democratici”, dato che i fondamentalismi sono negativi da qualsiasi parte essi vengano e la democrazia non è “bombardabile”.
E’ una lotta per l’umanità. E’ più che evidente che Europa e Stato Uniti continueranno a voler “investire” in questa turbolenta zona del mondo. E la discussione tra “libertà di espressione” e “responsabilità” è in effetti molto sottile come dice Barbara Spinelli nel suo come sempre bell’articolo di oggi su Repubblica. Ma quello che succede in questi giorni tristissimi non è solo frutto di differenze culturali o di ardore religioso. Fa anche parte di un calcolo politico preciso. E ci conferma che le alleanze e le priorità scelte sono state totalmente errate quando non tragicamente controproducenti. Forse anche questo è un punto di partenza utile se vogliamo che persone come quella ragazza libica che ha detto “non è con questa violenza che saremo capaci di dimostrare perché amiamo il Profeta” abbiano la meglio sugli opportunisti che aizzano fanatismi e estremismi che la storia dimostra essere latenti in tutte le religioni.