«Dal 2008, anno di insediamento della nuova giunta di centrodestra, guidata da Adriano Paroli, regna l’assoluta indifferenza in merito ai gravi problemi ambientali che sono stati prodotti nel tempo dalle attività industriali. La diretta conseguenza è stata un abbassamento dell’attenzione, tanto che pur reiterando ogni sei mesi una vecchia ordinanza (con tutti i divieti proposti a suo tempo dall’ASL), le aree inquinante sono regolarmente frequentate come se niente fosse. Niente è stato fatto per ridurre l’inquinamento dell’aria e per razionalizzare la circolazione dei veicoli in città. In compenso il centrodestra ha elaborato un PGT che comporta ancora una volta un consumo eccessivo di territorio, con buona pace delle boutades sulla piantumazione di milioni di alberi della Lega». È quanto afferma Monica Frassoni, ecologista europea e capolista in Lombardia per il Senato per SEL, in seguito ad un articolo pubblicato il 18 febbraio 2013 dal “il Fatto Quotidiano” dal titolo “Brescia senza bussola: veleni da ogni parte” a firma di Elisabetta Reguitti. Nell’articolo citato si parla di Brescia “come una città candidata a essere la prossima bomba ecologica”, nonché dell’indifferenza dell’attuale amministrazione comunale PdL e delle precedenti amministrazioni di centrosinistra che avrebbero fatto come le tre scimmiette (non vedo, non sento, non parlo).
«Oggi Brescia soffre dei “lasciti” della sua industrializzazione dai primi del Novecento: stabilimento chimico Caffaro, siderurgia a livello provinciale e cittadino, cromature, concerie. - continua Monica Frassoni - Il risultato è una falda acquifera parecchio compromessa da organo clorurati e cromo e un suolo inquinato per una vasta area da PCBs, Diossine e Mercurio. La siderurgia attiva ancora oggi e diffusa sul territorio provinciale, insieme all’inceneritore per una piccolissima quota, continua a emettere nell’aria molti inquinanti che poi si depositano al suolo. Anche il resto dell’apparato industriale ha il suo carico di inquinamento dell’aria e di produzione di rifiuti. Questa è la situazione reale».
«Adesso è sicuramente necessario alzare di nuovo la soglia di attenzione e sollecitare gli enti preposti per affrontare l’emergenza ambientale in maniera adeguata. Parlando invece di indifferenze e responsabilità, sarebbe molto meglio non fare di tutta l’erba un fascio. - conclude Monica Frassoni - Non è vero che i precedenti amministratori del centrosinistra bresciano si siano comportati come le tre scimmiette. È importante ricordare che per legge è stato decretato dal Ministero dell’ambiente il “Sito Inquinato di Interesse Nazionale Brescia-Caffaro, con la conseguenza che il responsabile del procedimento è diventato il Ministero. Certo, sarebbe stato possibile fare di più e meglio e faremo di tutto perché questi temi siano al centro della campagna elettorale per le elezioni comunali della prossima primavera, ma i fatti ci dicono che il Comune di Brescia guidato dal centrosinistra, aveva fatto cose importanti: coordinandosi con ARPA, ASL, Provincia, Regione, Ministero, ha commissionato centinaia di campionamenti e messo in atto quanto possibile per studiare come intervenire per evitare ulteriori danni alla popolazione e progettare interventi di bonifica o messa in sicurezza delle rogge e dei terreni. Sono state anche avviate delle bonifiche ed emesse specifiche ordinanze del Sindaco. Poi è cambiata l’amministrazione comunale e non è stato fatto più nulla».