APERTURA DELLA PROCEDURA DI INFRAZIONE SULL'ILVA


 ILVAL'inizio della procedura d’infrazione sull'ILVA per violazione delle direttive sulla responsabilità ambientale e sulle Emissioni Industriali è un atto dovuto da parte della Commissione: l'istituzione "guardiana dei trattati" avrebbe già dovuto intervenire da tempo in quella che è una situazione di inaccettabile e continua di violazione delle più elementari norme di protezione della sicurezza e della salute dei cittadini e dei lavoratori. La Commissione è giunta a questa decisione anche grazie al lavoro costante, preciso e instancabile, di vera e propria “contro-informazione” di Alessandro Marescotti di Peace Link, Fabio Matacchiera del Fondo Anti-Diossina e Antonia Battaglia, che ho avuto l’onore di assistere e accompagnare nei due incontri con la Commissione europea nel maggio e nel luglio scorsi. La decisione della Commissione è sicuramente importante, perché dà forza e legittimità alla battaglia di quei cittadini, movimenti e partiti, ivi inclusi i Verdi, che da tempo denunciano che con la scusa della salvaguardia dell'occupazione non si è fatto neppure ciò che si doveva e poteva fare da parte della famiglia Riva, con la colpevole connivenza del governo. Insomma, contrariamente a quanto dichiarato ieri dal ministro Orlando, la decisione della Commissione è “contro” il Governo: l'assenza di azioni risolutive da parte di Roma che rende improbabile anche in futuro una adeguata gestione della situazione, sta alla base dell'azione della Commissione, di solito estremamente prudente prima di attaccare gli Stati membri. La Commissione dimostra di non dare credito al fatto che le decisioni del governo, dai nuovi decreti che superano l'AIA, all'abolizione della figura del garante e al rinvio praticamente sine die dell'applicazione di una serie di importanti misure che erano già state decise e promesse, possano aiutare a migliorare la situazione. Come nel caso dell'emergenza rifiuti in Campania, nel quale la Commissione intervenne con procedura d’infrazione e blocco dei fondi molto dopo lo scoppio della crisi, speriamo solo che questo intervento non giunga troppo tardi per avere un ruolo davvero determinante nella presa di coscienza della gravità della situazione e della necessità di cambiare decisamente strada. La procedura che inizia oggi segnala all’Italia che l’UE ha riscontrato una violazione delle norme comunitarie e prescrive al governo di rispondere e rimediare, pena il conferimento in Corte di Giustizia.   Il caso ILVA sarà anche discusso il 17 di ottobre al Parlamento Europeo, nella commissione per le petizioni.     Bruxelles, 26 settembre 2013