Non solo Porcellum. Cambiamo la legge elettorale per le europee
Il 25 maggio prossimo ci saranno le elezioni europee e si eleggeranno 571 deputati, di cui 73 in Italia. Nonostante il tradizionale proeuropeismo nostrano, i 5 anni di austerità e la decisione cinica di Grillo e Berlusconi di cavalcare l'onda di scontento sbattendola contro l'euro e l'Europa, faranno della prossima campagna elettorale un momento molto difficile. Soprattutto se le forze che definiamo "pro" un'altra Europa e anti austerità finiranno schiacciate dalle urla demagogiche e opportuniste degli anti euro e dei rigoristi del 3% delle larghe intese. Le regole per le europee: enormi collegi, preferenze e sbarramento al 4%, favoriscono i ricchi e i famosi (meglio se televisivi) e concentrano in modo eccessivo la rappresentanza.
Il problema non é solo italiano. Se davvero astensionismo e demagogia nazionalista renderanno impossibile la dialettica progressisti-conservatori, il prossimo Pe rischia di essere obbligato alla Grosse Koalition permanente e sistematica. Questa sarebbe una iattura.È bene ricordare che, lungi dall'essere inutile e senza potere, il Pe co-decide l'80% delle leggi che vengono poi applicate negli stati membri. È indispensabile un netto cambio di rotta e, per questo, non bisogna smontare l'Europa, ma cambiarla. Tutto ciò continuerà a non essere possibile se i socialisti e i popolari saranno obbligati, anche a causa della debolezza degli altri gruppi progressisti (verdi, sinistra europea e una parte dei liberali), a trovare compromessi al ribasso su tutto.
Se si vuole una maggioranza pro-Ue, pro-cambiamento e anti-austerita "uber alles", bisogna convincere gli europei a votare e allargare, così, la rappresentatività del Pe. In Germania l'hanno capito da tempo. La Corte Costituzionale federale tedesca, con una sentenza del novembre 2011, ha parzialmente accolto due ricorsi che contestavano la legittimità costituzionale della soglia di sbarramento al 5%. “La legislazione dell’Unione - si legge nelle motivazioni - non dipende da una costante maggioranza al Parlamento europeo, costituita da una stabile coalizione di gruppi determinati e alla quale si contrappone un’opposizione”. Persino in un Paese dove un'alta soglia di sbarramento è una tradizione ultra solida, si é accettato di tornare indietro.
In Italia, la soglia del 4% é stata introdotta nel febbraio del 2009 da Berlusconi e dal Veltroni della "vocazione maggioritaria", all'ultimo momento, tre mesi scarsi dalle elezioni, e senza alcuna considerazione di carattere europeo. Quali obiettivi ha raggiunto questa mossa? Ha fatto fuori forze politiche molto attive e presenti a Strasburgo, soprattutto a sinistra e ha privato di rappresentanza italiana gruppi indispensabili a maggioranze progressiste (e, francamente, non vi vedo alcun vantaggio). Oggi é chiaro che cambiare la legge é nell'interesse anche del PD, se davvero l'europeismo, anzi il federalismo, di cui tutti i suoi esponenti di punta si fregiano é sincero. Se non si metterà mano alla legge europea al più presto, si rischia di buttare nelle braccia di Grillo tutti coloro che non amano le larghe intese, ma che non hanno alcuna intenzione di votare lega o Berlusconi. Un altro pericolo è che si allarghi l'astensionismo e, con esso, la delegittimazione dell'Ue. L'Unione deve certo cambiare, ma rappresenta l'orizzonte necessario per affrontare e risolvere tutte le grandi sfide del nostro tempo. Crisi economica e del lavoro, transizione energetica, cambiamenti climatici e pace nel mondo, sono ormai fuori dalla portata dei singoli Stati europei
. E', quindi, necessario attivarsi al più presto. Abbassare la soglia elettorale al 2% non servirebbe a favorire questo o quel partitino, ma creerebbe una più ampia mobilitazione, per aumentare il dibattito e la rappresentanza, al momento messi in difficoltà dalla soglia scelta nel 2009.